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Radiologo, lo stop al gadolinio nei mezzi di contrasto è precauzionale

Farmaci Redazione DottNet | 23/02/2018 14:07

Quattrocchi (Campus Biomedico), finora nessuna conseguenza clinica

La decisione dell'Agenzia europea dei medicinali (Ema) di sospendere l'uso di comuni farmaci per mezzo di contrasto a base di gadolinio "è a scopo precauzionale, a seguito di un lungo processo di valutazione dei dati scientifici disponibili e pur riconoscendo la mancata associazione del gadolinio presente nell'encefalo con sintomi specifici".

Lo sottolinea Carlo Quattrocchi, responsabile Diagnostica per Immagini del Policlinico Universitario Campus Bio-Medico. La comunicazione dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) sulla sospensione di tali mezzi di contrasto per Risonanza Magnetica (RM) a base di gadolinio, precisa Quattrocchi, "riguarda solo due dei farmaci fino ad oggi utilizzati. Tutti gli altri rimarranno disponibili per la diagnostica in RM, secondo i criteri di appropriatezza d'uso e di minimizzazione della dose necessaria". La possibilità che minime quantità del metallo in questione possano essere ritenute nell'encefalo dopo la somministrazione per endovena del mezzo di contrasto, spiega l'esperto, "è nota da anni, ma le quantità che rimangono nei tessuti sono trascurabili e fino ad oggi, parliamo di almeno 400 milioni di somministrazioni in tutto il mondo, non sono state osservate conseguenze cliniche o sintomi associati".

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Tuttavia, se questo fenomeno è "sicuramente trascurabile in pazienti che ricevono nel corso della loro vita una o due somministrazioni di mezzo di contrasto - precisa il radiologo - le quantità aumentano in modo cumulativo nei pazienti che, ad esempio per follow-up di sclerosi multipla, malattia di Crohn o malattie in età pediatrica, ricevono multiple dosi nel corso della loro vita". Dunque, non potendo escludere con certezza effetti a lungo termine e a dosi cumulate di gadolinio, l'Ema si è pronunciata con la raccomandazione della sospensione, che sarà recepita a partire dal 28 febbraio dall'Aifa e dalla Società Italiana di Radiologia Medica ed Interventistica. La raccomandazione ai pazienti, conclude Quattrocchi, "è di consultare il radiologo per qualunque dubbio, fermo restando che i mezzi di contrasto, specie quelli a base di gadolinio, rimangono tra i farmaci più sicuri in medicina".

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